primo colloquio

Come iniziare un colloquio di lavoro nel modo migliore

Un colloquio di lavoro, si sa, può essere particolarmente impegnativo da un punto di vista emotivo e mentale, soprattutto se vi trovate nella condizione di essere appena entrati nel mondo del lavoro.

Non per questo però un’esperienza importante della vostra vita lavorativa deve necessariamente tramutarsi in uno stress psicofisico, anzi se si sanno giocare bene le proprie carte persino un colloquio di lavoro può diventare un momento formativo e, se tutto va come previsto, anche spalancarvi le porte al vostro prossimo lavoro.

Ma come fare per iniziare al meglio un colloquio? Esistono trucchi o segreti per fare immediatamente una buona impressione?
Scopriamolo.

I consigli migliori per un ottimo colloquio

Puntualità

 

Già doversi recare personalmente, nel caso di un colloquio de visu, in un nuovo ambiente può rendere difficoltosa l’ambientazione, figurarsi se poi si tratta di una questione lavorativa!

Ovviamente presentarsi in orario è quanto mai indicato per fornire una prima impressione generale di affidabilità, tuttavia non sottovalutate l’importanza di recarsi in luogo anche 5 o 10 minuti in anticipo in modo tale da fare eventualmente mente locale, calmarvi e assumere un comportamento professionale.

Sicuramente poi un’occhiata all’ambiente circostante può essere un fattore molto più importante di quanto si possa pensare. Potrete magari avere l’occasione di notare qualche piccolo particolare rivelatore di una specifica visione strategica o filosofica aziendale e potreste trarne vantaggio accennandolo in sede di colloquio.
In definitiva, puntualità!

 

Sincerità

 

No, non la nota canzone, ma semplicemente quell’atteggiamento mentale capace di lasciar intravedere il vostro valore.
Ovvio come un elenco più o meno lungo di qualifiche ed esperienze pregresse possano avere il loro peso specifico, ma quando il tutto si risolve in un bluff? Se foste nei panni del vostro datore di lavoro davvero vi spingereste ad assumere qualcuno che ha dimostrato di non poter essere affidabile sin dalle fasi iniziali?

Naturalmente l’autovalutazione personale e le conseguenti risposte non devono vertere esclusivamente sul campo professionale, anche passioni o hobby possono essere voci particolarmente preziose, soprattutto se in linea con il business aziendale.

Sincerità che però non deve diventare sfacciataggine. Nel caso, ad esempio, foste alla vostra prima esperienza lavorativa e non vi sentite ancora pienamente qualificati, sarebbe sicuramente controproducente dipingervi come assolutamente inadatti alla posizione.

Fate leva piuttosto sul vostro desiderio di apprendere e su un atteggiamento propositivo, la sincerità in questo ambito paga sempre!

 

Preparazione

 

Davanti a quella tipica domanda presente frequentemente nei colloqui con la quale il recruiter chiede al candidato i motivi per cui dovrebbero assumere proprio lui invece di altri, definire controproducente non sapere rispondere o lanciare segnali di esitazione sarebbe persino riduttivo.

Naturalmente questo non significa che dovrete passare la notte in bianco a studiare, come nel peggiore degli esami, tutte le eventuali domande che potranno o non potranno porvi, però un minimo di confidenza con alcune dinamiche sarebbe opportuno averla.

A tal proposito è utile anche mettersi nei panni del datore di lavoro o del recruiter e pensare a cosa si potrebbe chiedere a una persona interessata a lavorare in una determinata azienda.

Quali sono le sue passioni? Quali sono i suoi punti di forza? Cosa crede di poter apportare di positivo? Cosa lo rende insostituibile? In che modo i suoi hobby contribuiscono a definire la sua persona?

Tutte domande che, in una forma o nell’altra, con quasi assoluta certezza vi verranno rivolte ed è quindi quanto mai necessario saper rispondere in maniera convincente, sincera e soprattutto personale, senza star lì a cercare di memorizzare formule e formulette prestampate di dubbia utilità.

 

Educazione

 

Un candidato che si presenti a un colloquio senza neanche stringere la mano al recruiter, mentre ascolta distrattamente il suo interlocutore e magari controlla anche lo smartphone nel frattempo, può definirsi fortunato se non verrà mandato via immediatamente.

Ovvio come l’educazione sia un fattore di primaria importanza capace di dire molto sul lavoratore, ma soprattutto sulla persona.
Dopotutto ci si stanno giocando delle carte importanti per il proprio futuro e dimostrare almeno un certo attaccamento o rispetto verso colui che si ha davanti dovrebbe essere quanto meno lo standard minimo di una relazione interpersonale.
Fate quindi in modo di ascoltare con attenzione ciò che vi verrà detto, spegnete il cellulare o mettetelo in modalità silenziosa e partecipate attivamente e positivamente alla discussione.